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E’ la «mascotte» della Protezione civile in Italia. Non solo un cane, né un vero lupo, ma il meglio di entrambe le specie. Tant'è che per questo animale hanno dovuto coniare un nome apposta: lupo Italiano. 

Una razza che tutti ci invidiano, nata nel 1966, quando venne alla luce «Zorro» dall'accoppiamento di una lupa selvaggia dell'Alto Lazio e di un pastore tedesco. 

E sono proprio le straordinarie doti di resistenza di questo animale, nel quale però coesistono le qualità domestiche del cane, a esaltarne le prestazioni quando è impegnato nelle ricerche di persone scomparse, nelle catastrofi, sotto le valanghe. Ma il rischio di scomparire lo corre proprio lui, il lupo italiano, un rischio grave che la razza si estingua. 
Colpa della burocrazia. Perché questo è un «cane di Stato», non si può comprare, non si può accoppiare se non sotto rigido controllo, deve essere allevato in un solo centro in Piemonte, ma lo Stato non lo tutela come dovrebbe. Mancano drammaticamente i fondi.

Eppure è dal 1988 che un decreto del presidente della Repubblica ha istituito l'Etli, l'Ente per la tutela del lupo italiano. 
”E’ un cane da leggenda dice con orgoglio Mario Messi, presidente dell’Ente, che per i suoi lupi ha dilapidato un patrimonio personale – ma i miracoli non si ripetono. 

Tre disegni di legge sono decaduti per lo scioglimento anticipato delle Camere. 
Prevedevano un finanziamento istituzionale all'Ente, la cui opera è stata sostenuta finora da sforzi e sacrifici di privati, fino al totale esaurimento dei mezzi. In questi giorni un quarto disegno di legge, presentato lo scorso anno da una sessantina di parlamentari delle più diverse appartenenze politiche, è in discussione alla Commissione agricoltura del Senato. 

Nutro fiducia perché non accada l'irreparabile».

A tutt'oggi nel Centro di selezione di Cumiana, in provincia di Torino, da quando è stato istituito il registro anagrafico ufficiale, sono nati più di 1.600 esemplari. Ne sono in vita circa 650, da sfamare e accudire, il numero minimo per garantire il patrimonio genetico per il mantenimento della razza. Un numero sempre crescente di esemplari viene fornito al Corpo forestale dello Stato, gratuitamente per addestramento.

Questi animali sono intervenuti in numerosissime operazioni di soccorso. 

C'è un disciplinare del 1994 che stabilisce definitivamente le competenze dell'Etli in cui è previsto esplicitamente che l'Ente venga finanziato attraverso leggi zootecniche. Ma i soldi non arrivano. «Attraverso un disegno di legge lancia l' Sos Messi.
Attendiamo almeno un provvedimento per l'immediata emergenza. 

di MASSIMO SPAMPANI

(Fonte: Corriere Scienza)

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