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Il Gruppo Cinofilo dei CFS, di recente istituzione, coadiuva nella ricerca di persone disperse o sepolte in seguito a terremoti o valanghe. La preparazione (che dura due anni) ha già dato risultati apprezzabili.

La finalità del gruppo cinofilo del Corpo Forestale dello Stato, istituito di recente, è quella di partecipare all'attività di soccorso di persone disperse sul territorio, in seguito a calamità naturali quali terremoti, valanghe o incidenti. Comprende, attualmente, circa cinquanta unità cinofile distribuite in Piemonte, Lombardia, Veneto Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Lazio e Abruzzo. 
Di queste parecchie sono pienamente operative, le altre stanno completando l'addestramento per diventarlo. Le specializzazioni sono il soccorso, in caso di valanga e la ricerca, su superficie di qualunque natura, di dispersi. L'addestramento di soccorso su valanga viene svolto in Cadore, presso il Comando Stazione di Palus San Marco in comune di Auronzo di Cadore (BI) e coinvolge, in modo particolare, le unità cinofile presenti nell'alto bellunese. L'addestramento alla ricerca su superficie è svolto presso il "Gruppo di alta specializzazione Incendi Boschivi" (A.I.B.) di Volpago dei Montello (Tv) di cui è responsabile il dott. Ugo Dettoni e interessa la totalità delle coppie cane- conduttore, data la sempre più drammatica frequenza delle chiamate che annunciano la scomparsa di persone. 

Il lavoro dei cane, in entrambi i casi, è di grande aiuto, spesso determinante per il buon esito dell'intervento. La preparazione per rendere operativa l'unità cinofila dura almeno due anni e consiste in un costante, ripetuto lavoro giornaliero fatto di prove di obbedienza, di condotta, di prove specifiche, che devono essere condotte con intelligenza e passione nel massimo affiatamento tra l'uomo e l'animale. 
Negli ultimi due anni le unità cinofile sono intervenute in oltre sessanta operazioni coordinate di ricerca, hanno partecipato ad esercitazioni di protezione civile a livello internazionale e regionale intervengono normalmente nell'attività addestrativa di concerto con il Corpo Nazionale di soccorso alpino e con i Corpi di polizia

Il Corpo Forestale dello Stato impiega il cane di razza "lupo italiano", anche se, ancora oggi, qualche forestale, che già prima del 1989 lavorava con il cane nelle operazioni di soccorso, si avvale del pastore tedesco. Il lupo italiano, ultima delle razze nostrane di cani, ha una storia molto recente. 
Nel 1966, Mario Messi si trovò ad avere un cucciolo nato dall'incrocio tra un pastore tedesco e una lupa selvatica proveniente dall’Appennino dell'Alto Lazio. L'esemplare si chiamava Zorro ed è da ritenersi il capostipite. In seguito, attraverso una severa programmazione genetica, le caratteristiche intermedie si sono fissate stabilmente e si sono trasmesse, in trent'anni, in maniera omogenea e costante. Nel caso di una razza nata da apporti genetici importanti da parte del lupo è fondamentale che, oltre all'identità morfologica, ci sia equilibrio nelle caratteristiche psichiche ottenute e soprattutto sulla loro compatibilità con l'uomo. 

Il cane di razza "lupo italiano" appare robusto, resistente alla fatica e dimostra notevole acutezza sensoriale: qualità che assieme all'aspetto esteriore lo avvicinano al lupo. Traboccante di vivacità, dotato di carattere fiero ed indipendente, obbedisce per convinzione, mai per servilismo. 
E' molto affettuoso con le persone con cui vive, cui si attacca in modo esclusivo; è diffidente verso gli estranei con uno spiccato senso della proprietà e della difesa delle persone che gli sono affidate.

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